Surfskate

Surfskate: cos’è e come nasce?

Il Surfskate è una variante dello skateboard, praticato con una speciale tavola che consente di eseguire, sull’asfalto, i movimenti tipici del surf. Si tratta di una sotto disciplina dello skateboard, meno pericolosa (non essendoci trick da realizzare) e in cui si può sviluppare una buona tecnica e divertirsi.

L’obiettivo del surfskate è portare nello skateboard la sensazione di cavalcare un’onda su una tavola da surf.

Praticato da molti surfisti per allenarsi, negli anni si è diffuso anche tra chi non ha dimestichezza con il surf.

Come nasce e come funziona il surfskate

Il Surfskate nasce agli inizi degli anni duemila, da un’intuizione di una famiglia californiana, i Carver, che hanno inventato uno speciale track (snodi metallici a forma di “T” con assi –axle– che ospitano le ruote, i quali vengono ancorati al fondo della tavola e che modulano le pressioni) in modo da utilizzare entrambi gli spigoli, quello interno e quello esterno, proprio come per il surf, consentendo così una maggiore manovrabilità e libertà di movimento.

Mentre il truck posteriore agisce come una pinna e fa presa sul pavimento per garantire un pompaggio (spinta) la tavola con il piede anteriore e produrre davvero delle belle carvate

La tavola da surfskate è di conseguenza meno rigida delle altre e si caratterizza per una propulsione dovuta all’energia elastica: quando si schiaccia il peso sulla tavola si dà compressione, quando si sale estensione. E di conseguenza non è necessario appoggiare i piedi a terra.

Anche questa volta, la California si conferma la patria dello skateboarding, in quanto, anche lo stesso skateboard, è nato proprio in questo Paese negli anni ’50 (leggi “La storia dello skateboard“).

Surfskate in spiaggia alle Canarie – Ecoskate ©

Vantaggi e benefits

Praticare surfskate può essere estremamente utile per allenare la memoria muscolare e migliorare il pompaggio, il carving e il disegno delle linee ottimali su un’onda. Per questo sono molto amati oltre che dai surfisti, anche dai kiters e dai winsurfers.

Per chi surfa, infatti, si tratta di un ottimo strumento per migliorare la postura sulla tavola, le tecniche di compressione ed estensione e la capacità di timing. Certo, la risposta percettiva dell’acqua è un’altra cosa, non è replicabile sull’asfalto. Ma per il resto, può essere un prezioso ausilio per chi fa surf.

Oltre a essere un ottimo allenamento per tutto il corpo: per le gambe, per il core, per le braccia

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La storia dello skateboard

Dove e quando nasce lo skateboard?

Scommetto che anche tu, amante dello skateboard, ti sei chiesto almeno una volta: ma dove e quando nasce lo skateboard?!

Essendo una parola di lingua inglese, il “dove” sembra piuttosto facile e restringe il cerchio a pochi Paesi anglosassoni; tuttavia, credo che il primo posto che viene in mente a tutti quando pensiamo allo skateboard siano gli Stati Uniti.

Spoiler: abbiamo indovinato!

Sul “quando” invece abbiamo già qualche indecisione: c’è chi pensa esista dagli anni ’90, chi dagli anni ’60 e chi negli anni ’20…

Questa titubanza è in parte dovuta al fatto che non esistano documenti ufficiali su questo sport, tant’è che solo quest’anno (2020) è stato riconosciuto disciplina olimpica, prima infatti era solamente uno sport da strada, alternativo e “ribelle”.

Proviamo quindi a fare chiarezza!

Tony Haws agli XGames nel 1999 mentre esegue un 900

La storia dello skateboard

La vera origine dello skateboard è, come detto, piuttosto incerta; tuttavia, da diversi articoli e testimonianze dell’epoca, pare che lo skateboarding sia nato tra il 1950 ed il 1960 in America (USA), più precisamente in California.

Noi occidentali, quando pensiamo alla California, ci vengono subito in mente 3 cose:

  1. le sue città più famose, location dei maggiori film di successo americani, come Hollywood e Los Angeles;
  2. se siete cresciuti negli anni ’90, scommetto che alla California associate subito “The O.C”, con Ryan, Seth e Marissa;
  3. i surfisti: spericolati, amanti del brivido e del mare.

E lo skateboard pare infatti sia nato proprio dall’idea di un gruppo di surfisti durante un periodo piuttosto lungo di mare piatto, che si erano stancati di aspettare che le onde si alzassero sufficientemente per iniziare a surfare.

Inoltre, in California, le onde grosse si trovano spesso solo la mattina presto, e già dalle 10 queste non vadano più così bene per fare surf, quindi i giovani dell’epoca (senza smartphone, pc e internet) cercavano anche qualcosa da fare durante il pomeriggio.

Phill Edwards mentre fa surf in California

Così, alcuni di questi, ebbero l’idea di applicare quattro ruote di acciaio (in seguito d’argilla) sotto una tavoletta di legno verniciata e utilizzarla per scendere lungo i pendii asfaltati della città.

Nacque così il sidewalk surfing ovvero il surfing da marciapiede.

Anni ’60: Sidewalk surfing

Lo sviluppo di quest’idea, fece si che nel 1959 vennero posizionate sugli scaffali dei negozi le prime tavole da skateboard realizzate da Roller Derby.

Uno dei maggiori promotori dello skateboard fu Larry Stevenson, bagnino a Venice Beach, che contribuì anche ad affinare il prototipo di skateboard che venne poi messo in vendita, inventando il kicktail, essenziale per i trick.

Stevenson, inoltre, fu il primo ad organizzare una competizione sportiva di skateboarding in California nel 1963, insieme alla sua squadra chiamata “Makaha”, in onore di una spiaggia di surfisti alle Hawaii a lui molto cara.

Vans, uno dei marchi di scarpe da skateboard più famosi, è stato fondato nel 1966, supportando da allora gli skateboarder di tutto il mondo.

Tuttavia, nello stesso anno, diverse giornali dell’epoca iniziarono a sostenere che lo skateboard fosse pericoloso: di conseguenza le vendite diminuirono in modo significativo a causa della riluttanza di negozianti e genitori di vendere e acquistare un prodotto pericoloso.

Inoltre, anche Skateboarder Magazine, rivista pubblicata da solo pochi anni, aveva interrotto la pubblicazione per questi motivi.

Anni ’70: gli “Z-Boys” di Dogtown e lo street skateboarding

Gli Z-Boys, un gruppo di giovani surfisti di Dogtown (tra cui Tony Alva, Jay Adams e Stacy Peralta) che avevano creato anche un negozio con articoli per fare surf, utilizzato anche come luogo di ritrovo, si costruirono da soli i propri skate con una tavola di legno e dei pattini, non essendoci più altri skateboard in commercio.

Inizialmente questi ragazzi usavano gli skate per passeggiare sul lungomare per tenere d’occhio le onde, successivamente iniziarono anche a skateare nei cortili asfaltati delle scuole con uno stile fluido e spettacolare ispirato al surf.

Nell’estate 1975, una grave siccità colpì la California così la contea di Del Mar, per far fronte a tale emergenza, vietò ai propri cittadini non solo di usare l’acqua per riempire le piscine delle proprie ville, ma anche per irrigare i prati in modo da preservarla per scopi più importanti.

Così, gli Z-Boys cominciarono ad invadere illegalmente queste piscine vuote per “cavalcarle” come se fossero onde vere ed ogni ragazzo di Dogtown volle imitarli, contribuendo a far ritornare famoso lo skateboarding.

Jay Adams che skatea all’interno di una piscina vuota in California, 1976

In quegli anni, Frank Nasworthy iniziò a sviluppare una ruota da skateboard in poliuretano, chiamando la sua azienda Cadillac Wheels, sostituendo così le ruote in metallo e quelle in argilla, rendendo così la guida più fluida, veloce e confortevole, mentre nel 1975, Road Rider introdusse le ruote con i cuscinetti di precisione.

All’inizio degli anni ’70 gli skatepark non erano ancora stati inventati, quindi gli skater si radunavano e andavano in skateboard in luoghi urbani, utilizzando acquedotti abbandonati, muretti e ringhiere per divertirsi.

Nel marzo 1976, venne realizzato in Florida a Port Organge il primo skatepark di grandi dimensioni chiamato “Skateboard City” e poco dopo lo skatepark “Carlsbad” nella contea di San Diego, in California; in contemporanea, anche le tavole passarono dai tradizionali sette ai nove pollici di lunghezza.

Altro anno importante per lo skateboarding è il 1978, quando Alan Gelfand inventò l’ “Ollie“: una manovra che ha completamente rivoluzionato lo skateboard.

Prima dell’invenzione dell’Ollie, gli skater erano soliti “grabbare” la tavola con le mani prima di staccarsi dalla rampa. Abbassarsi per afferrare la tavola tuttavia faceva rallentare lo skater.

L’importanza dell’ollie è davvero immensa: riuscire a far volare una tavola usando solo i piedi dello skater ha aperto la strada all’innovazione, alla creatività e alla tecnica, divenendo il punto di partenza per gran parte dei trick che verranno in futuro inventati.

Possiamo dire che quella fu la nascita dello street skateboarding!

Anni ’80 e ’90: Tony Hawk e l’affermazione dello skateboarding

Tra il 1983 ed il 1991 lo skateboard tornò ad essere molto popolare, soprattutto grazie a campioni del calibro di Tony Hawk, inventore di moltissimi trick, Christian Hosoi, Lance Mountain, Neil Blender, Mark Gonzales, Natas Kaupas, Tommy Guerrero e Rodney Mullen, inventore del casper.

Nel 1992 gli skateboarders professionisti Powell Peralta, Tony Hawk e Per Welinde fondarono la Birdhouse Skateboards, azienda che produce truck, ruote, abbigliamento e accessori per gli skateboard.

In seguito lo skate venne offuscato da rollerblade e bmx, che attirano la curiosità di moltissimi giovani e adolescenti.

Dopo una piccola diminuzione di popolarità, dalla metà degli anni ’90, lo skateboarding divenne nuovamente una delle discipline più seguite, questo anche grazie alla sua spettacolarità e presa sui giovani.

Furono inoltre trasmessi in televisione grandi eventi skateboard come gli “X-Games” e numerose riviste ritornarono a parlare di questo sport.

Inoltre, grazie all’avvento di Internet ed ai videogiochi a tema skateboard come il famoso “Tony Hawk Pro Skater” del 1999, lo skateboard è diventato comune in tutto il mondo.

Lo skateboarding ai giorni nostri

Nel 2003, nel sud della California, l’International Association of Skateboard Companies ha fondato il “Go Skateboarding Day” per promuovere lo skateboard in tutto il mondo.

La ricorrenza si celebra ogni anno il 21 giugno, definendo lo skateboard come “la celebrazione ribelle e creativa dell’indipendenza che continua ad essere”.

Solamente nel 2020, questo sport ha ottenuto il riconoscimento olimpico, partecipando alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (2021), che vedranno vincitrice la 19enne giapponese Sakura Yosozumi.

Podio Olimpico Tokyo 2020: 1° Sakura Yosozumi (al centro), 2° Kokona Hiraki (a sinistra) e 3° Sky Brown (a destra)

Lo skateboard in Italia: da mezzo pericoloso a riconoscimento C.O.N.I.

Lo skateboarding in Italia diventa popolare a partire dal 1977, a seguito di uno spot televisivo in cui appare su Rai Odeon. Tuttavia, negli anni seguenti, a causa della sua pericolosità, la città di Genova fu la prima a bandire e vietare questo sport ed il divieto verrà allargato in tutta Italia l’anno seguente.

Alla fine degli anni ’90, con l’inaugurazione dell’Elbo Skatepark di Bologna, lo skateboarding ritrova successo e viene riconosciuto dal CONI come sport agonistico.

Oggi la federazione in cui rientra questa disciplina è la FISR (Federazione Italiana Sport Rotellistici), che si occupa dell’organizzazione dei campionati italiani. A oggi l’azzurro più promettente a livello mondiale è Ivan Federico.


Fonti:

  • http://flybox.altervista.org/40/101.php
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Skateboard
  • https://www.sportmagazine.it/altri-sport/2021/01/05/skateboarding-storia
  • https://www.skatedeluxe.com/blog/en/wiki/skateboarding/history-of-skateboarding/

Perchè si dice “Goofy”?

Sei Regular o Goofy?

Sono sicuro al 100% che, quando stavi imparando a skateare, qualcuno ti abbia chiesto “Sei regular o goofy?” e tu, magari un po’ imbarazzato, abbia risposto con un timido: “che cosa vuol dire?!”

Magari ora te l’hanno già spiegato e hai capito quale dei due nomi ti fa per te, altrimenti non preoccuparti, te lo spieghiamo noi!

Regular e Goofy sullo skateboard

Sostanzialmente, queste due parole inglesi si riferiscono al modo in cui mettiamo i piedi (e le gambe) sulla tavola, ovvero se utilizziamo il piede sinistro o destro in avanti.

Nello specifico, esistono due modalità per skateare:

  • REGULAR: piede sinistro avanti e destro che spinge (è la più frequente, per questo “regular”).
  • GOOFY: piede destro avanti e sinistro che spinge.
Posizione dei piedi per Regular e Goofy

Goofy: significato e origine del nome

Il termine Goofy si riferisce a Pippo, il mitico amico di Topolino, che in “Hawaiian Holiday” (un vecchio cartone animato della Disney) si cimentava sulle onde con il piede destro avanti, quando tutti i surfisti (gli “antenati” degli skaters) usavano il sinistro avanti (e quindi “regular”).

Goofy, oltre ad esser il nome di Pippo, significa “goffo”, “impacciato”, questo però non si riferisce al mondo sportivo, ma, al massimo, al personaggio Disneyano di Pippo.

Regular o Goofy: come capirlo?

Come capire se si è Regular o Goofy se non hai mai praticato nessuno sport da tavola (skateboard, surf, snowboard…)?

Tutti noi ci siamo posi questa domanda all’inizio. Devi sapere innanzitutto che no c’è un modo giusto o uno sbagliato per andare in skate. E non esiste un metodo garantito al 100% per sapere se si è regular o goofy: bisogna solo “sentirlo” e provarlo sulla tavola!

Test per capire se si è Regular o Goofy

Inizialmente, prova a fare questi 3 esercizi per cercare di determinare la tua posizione di base sullo skate:

  1. Prova a fare una scivolata sul pavimento di casa: il piede che metterai davanti sarà quello che metterai sullo skate;
  2. Prova a salire uno scalino: il piede con cui farai il primo passo sarà il piede che metterai davanti sullo skate;
  3. Prova a fare uno scatto e poi fermati all’improvviso: il piede che metterai davanti per frenare sarà quello che metterai sullo skate.

Se dopo aver fatto questi test non hai ancora capito quale piede sia meglio mettere davanti sullo skateboard, allora prendi una tavola e prova, prova prova!

Nota bene:
– Un Regular non è necessariamente un mancino e un Goofy non è necessariamente un destro.
– Solitamente, chi è goofy in skate lo è anche con lo snowboard, idem per chi è regular.

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