22 Giu 2023
Le politiche urbanistiche e sociali in aiuto alla promozione della mobilità attiva e della pratica sportiva: il caso Milano
Qui di seguito l’articolo di Federico Bianchino (Co-Founder e Presidente di Ecoskate ASD) per la rivista Urbes
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inattività fisica e la sedentarietà sono il quarto fattore di rischio di mortalità a livello globale, con quasi 3,2 milioni di morti. In Italia si stima che siano responsabili del 15% circa di tutte le morti (ISCA, 2015), contribuendo ad aumentare l’incidenza di diverse patologie, tra cui: obesità, coronaropatie, diabete tipo 2, tumore del seno, del colon-retto e molte altre ancora, nonché causare disturbi psicologici e depressivi.
Inoltre, secondo gli ultimi dati ISTAT, più di un terzo degli Italiani (33,7%) ha dichiarato di non praticare sport o attività fisica nel tempo libero (30,3% degli uomini e 36,9% delle donne): un dato destinato inevitabilmente a crescere in mancanza di adeguate politiche volte a promuovere e incentivare sport e attività fisica in città.
Come mai quindi, nonostante le raccomandazioni di medici e Organizzazioni sull’importanza di fare sport e privilegiare una mobilità attiva, ci sono ancora così tante persone sedentarie?
Al di là del poco tempo a disposizione o del fattore pigrizia, sono diversi i fattori che in città possono scoraggiare le persone nel diventare più attive, come ad esempio il traffico automobilistico, responsabile inoltre dell’inquinamento acustico e atmosferico. Ma anche la paura di subire furti o violenze a causa di strade poco sicure e scarsamente illuminate e, ovviamente, l’assenza di parchi e infrastrutture adeguate, come piste ciclabili e aree fitness.
Purtroppo, la gran parte delle città italiane è pensata per le auto e non per i pedoni, infatti, come ricorda il Senatore Occhiuto «Le città che abbiamo ereditato sono un luogo per le macchine e non per le persone, un posto inquinato, dove è difficile praticare attività fisica. Non vi si può camminare piacevolmente e in sicurezza, non si può usare una bici senza correre pericoli o senza respirare gas di scarico dalle automobili».
Tuttavia, sarebbe errato demonizzare totalmente le città, in quanto, come ci ricorda l’OMS, «le città possono anche rappresentare un’opportunità per migliorare la salute pubblica attraverso politiche e azioni orientate alla salute [info]». Infatti, come ricorda anche il “Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025”, obesità e diabete molte volte sono prevenibili anche adottando uno stile di vita sano, che comprenda la regolare pratica di esercizio fisico e una corretta alimentazione; in particolare si dovrebbero fare «almeno 30 minuti al giorno per 5 volte alla settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata, come camminare a passo veloce, andare in bicicletta, nuotare, ballare…» [info]
Le città devono quindi diventare luoghi in cui fare prevenzione primaria, dove incentivare l’adozione di corretti stili di vita e promuovere la salute come bene comune. Per farlo, devono necessariamente passare anche attraverso un’adeguata pianificazione urbanistica e sociale, come sta facendo la città di Milano.
In questi ultimi anni, Milano ha avviato interventi volti a migliorare il benessere psicofisico e sociale dei suoi cittadini, attraverso l’adozione di politiche sociali, urbanistiche e di viabilità e sicurezza stradale, queste ultime spesso servendosi anche dell’ausilio di interventi di urbanistica tattica.
Per incentivare la mobilità attiva, dopo l’approvazione del BiciPlan Cambio del 2021 – un addendum del PUMS [info] – , Milano ha iniziato a “moltiplicare” le piste ciclabili urbane e realizzare anche “super ciclabili” che collegano il centro alla periferia ed ai comuni vicini, puntando ad arrivare così ad avere in totale ben 750 km di ciclabili all’interno della stessa Città Metropolitana.
Dal 2018 è in atto anche il programma “Piazze Aperte”, che fino ad oggi ha pedonalizzato oltre 25mila mq di spazio pubblico [info], rendendo questi luoghi vivibili grazie all’installazione di panchine, piante e tavoli da ping pong. Come sostiene l’architetto Demetrio Scopelliti, Direttore di Urbanistica, Territorio e Spazio Pubblico di AMAT – Agenzia Mobilità, Ambiente e Territorio, «Piazze Aperte vuole essere una risposta all’insoddisfazione di chi vorrebbe che le strade intorno alle scuole fossero più sicure, accessibili a piedi e in bicicletta, luoghi più salubri e meno inquinati, a misura di bambino e non di automobile [info]».
Infine, sempre sul fronte viabilità, recentemente il consiglio comunale milanese ha approvato l’ordine del giorno “Città Zona 30”10 , il quale invita il sindaco Sala e la sua giunta a proclamare Milano Città 30, applicando quindi il limite di 30 km/h.
Tutti questi interventi sono volti anche a connettere i vari luoghi e servizi pubblici cittadini, creando così entro il 2030 una città fatta di tanti piccoli quartieri, rifacendosi alla “città dei 15 minuti” e realizzando una città “a misura di bambino”, il cittadino più fragile.
Per quanto riguarda invece la promozione dell’attività sportiva, il Comune di Milano sta realizzando parchi cittadini all’avanguardia, che, oltre alle classiche aree kids, comprendono diverse aree fitness per esercizi a corpo libero e piccoli campi da gioco: vere e proprie palestre a cielo aperto gratuite per i milanesi. Oltre ad aver riqualificato vecchi skatepark e realizzato nuovi percorsi mountain bike.
Inoltre, attraverso l’utilizzo di fondi europei e nazionali, il capoluogo lombardo da alcuni anni promuove e supporta economicamente la creazione di organizzazioni non-profit e startup volte a migliorare la vita dei residenti, spesso abitanti dei quartieri più periferici, al fine di potenziare i servizi e gli spazi cittadini.
Ad esempio, gli ultimi bandi di questo genere sono stati “Mi15 – Spazi e Servizi per Milano a 15 minuti” e “La Scuola dei Quartieri”: proprio da quest’ultimo è nata ECOSKATE, l’Associazione Sportiva Dilettantistica di cui sono co-fondatore e presidente. In Ecoskate organizziamo progetti scolastici e corsi di skateboard per tutte le età, con l’obiettivo di insegnare a spostarsi in maniera sostenibile e attiva sul territorio.
Per noi è molto importante trasmettere ai più piccoli l’importanza della pratica sportiva e della mobilità attiva, come fattori chiave per contrastare l’insorgere delle malattie non trasmissibili, come diabete e obesità, che sempre più spesso colpiscono le nuove generazioni, caratterizzate oltretutto da un elevato tasso di sedentarietà.
Alla pratica sportiva siamo inoltre riusciti a collegare anche quella legata al riciclo e riuso: siamo infatti i primi in Italia a realizzare tavole skateboard artigianali in plastica 100% riciclata, proveniente prevalentemente dal recupero di tappi di plastica. Le abbiamo chiamate Ecoskateboard e si inseriscono perfettamente all’interno dell’ottica dell’economia circolare.
Come abbiamo visto, la pianificazione di una città salutogenica non è fatta solo di interventi urbanistici, è piuttosto il risultato una combinazione di politiche pubbliche, dove quelle in materia di salute rivestono inevitabilmente un ruolo e una posizione prioritari.
Per far si che le città diventino quindi luoghi di promozione della salute e del benessere, è necessario dare priorità a politiche ed interventi di prevenzione e promozione sanitaria, integrandole nei processi decisionali di vari settori, come sport, ambiente, mobilità, urbanistica, alimentazione e ovviamente medicina.
Col fine di perseguire l’approccio integrato One Health, diventa essenziale e auspicabile che le città incomincino a dotarsi di figure professionali specializzate, con competenze trasversali e altamente qualificate. Persone come gli Health City Manager, in grado di guidare le amministrazioni locali nel diventare Città della salute, capaci inoltre di analizzare i bisogni dei cittadini e favorire la collaborazione interprofessionale e multidisciplinare tra i diversi settori.
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